Indagini seriali in TV
Serie gialle, noir e thriller della TV
1-23 Delitti in Paradiso
Delitti in Paradiso (Death in Paradise) è una serie televisiva franco-britannica prodotta dal 2011.
Creata da Robert Thorogood, il suo schema narrativo di base è quello di un detective della polizia britannica che si trova, spesso suo malgrado (Il personaggio principale varia con le stagioni!), catapultato a svolgere il suo lavoro in un lontano Paese caraibico.
Al di là degli aspetti più giallistici della trama (struttura molto legata al giallo classico, più che al poliziesco), buona parte della narrazione gioca sul culture clash generato dall'incontro delle abitudini del tipico esponente della middle class inglese con lo stile di vita di una società post-coloniale e non urbanizzata come quella caraibica.
Nelle prime due stagioni il personaggio è stato Richard Poole,
vittima di omicidio (penso previsto nel contratto per evitare la sindrome del tenente Sheridan o del commissario Montalbano) all'inizio della terza stagione. A risolvere il caso
della sua morte è Humphrey Goodman, ispettore mandato da Londra per
indagare su tale delitto e nuovo protagonista per ben quattro stagioni.
Dalla sesta stagione subentra l'ispettore Jack Mooney, a sua volta
sostituito dal giovane Neville Parker a partire dalla nona stagione.
La serie è in onda on demand su Sky (le prime due stagioni, quelle di cui tratto (perché le migliori) saranno scaricabili fino al 10 maggio, poi chissà?.
Il primo, il migliore.
Richard Poole è un ispettore londinese, serio, professionale e ligio alle regole. Con suo grande disappunto, scopre un giorno di essere stato trasferito in servizio a Saint Marie, uno sperduto atollo caraibico — ex colonia francese, ora dipendenza britannica d'oltremare. Richard è il classico uomo d'oltre Manica che si è sempre trovato a suo agio nel freddo e nel grigiore di Londra, perciò non sopporta il clima, la natura selvaggia dell'isola e pure la lucertola (Henry) che coabita in casa sua. Deluso e frustrato, il detective londinese è costretto suo malgrado ad adattarsi a questa nuova situazione, che lo vede alle prese con un'isola a lui ostile, con una perenne nostalgia di casa.
All'inizio è perplesso, la nuova squadra adotta metodi d'indagine molto lontani dal rigore e dalla disciplina britannica. Diciamo che sono volitivi, se spinti, a volte estemporanei.
Ad affiancarlo con affetto e simpatia, fin dall'inizio, nella gestione della piccola stazione di polizia di Honoré c'è soprattutto Camille Bordey, sergente d'origine francese con cui Poole, scorza ruvida, trova sempre il modo e l'occasione di battibeccare su tutto. A rendere colorita la situazione l'agente Dwayne Myers, svagato decano della polizia dell'isola, e la giovane recluta Fidel Best, a tratti ancora inesperto ma volitivo.
Rilassante ma poco rispettoso verso gli spettatori amanti del giallo classico. A dire la verità le "illuminazioni" del detective (arrivano come fulmini a ciel sereno) sono a dir poco sorprendenti: lo spettatore, di solito, è colto da greve frustrazione! Ma, dato il carattere di Poole, sono tuttavia credibili. Un po' noiosa, alla lunga (le puntate sono tante e l'isola è piccola) l'ambientazione, credo che non mi abbiano fatto venire nessuna voglia di una vacanza da quelle parti!
La morte di Richard Poole (geniale uscita di scena dell'attore) fa arrivare sull'isola il secondo detective (dalla terza alla sesta stagione: uno che sa resistere!)… credo che mi dedicherò ad altro!
(1-23 - segue)
Il primo, il migliore.
Richard Poole è un ispettore londinese, serio, professionale e ligio alle regole. Con suo grande disappunto, scopre un giorno di essere stato trasferito in servizio a Saint Marie, uno sperduto atollo caraibico — ex colonia francese, ora dipendenza britannica d'oltremare. Richard è il classico uomo d'oltre Manica che si è sempre trovato a suo agio nel freddo e nel grigiore di Londra, perciò non sopporta il clima, la natura selvaggia dell'isola e pure la lucertola (Henry) che coabita in casa sua. Deluso e frustrato, il detective londinese è costretto suo malgrado ad adattarsi a questa nuova situazione, che lo vede alle prese con un'isola a lui ostile, con una perenne nostalgia di casa.
All'inizio è perplesso, la nuova squadra adotta metodi d'indagine molto lontani dal rigore e dalla disciplina britannica. Diciamo che sono volitivi, se spinti, a volte estemporanei.
Ad affiancarlo con affetto e simpatia, fin dall'inizio, nella gestione della piccola stazione di polizia di Honoré c'è soprattutto Camille Bordey, sergente d'origine francese con cui Poole, scorza ruvida, trova sempre il modo e l'occasione di battibeccare su tutto. A rendere colorita la situazione l'agente Dwayne Myers, svagato decano della polizia dell'isola, e la giovane recluta Fidel Best, a tratti ancora inesperto ma volitivo.
Rilassante ma poco rispettoso verso gli spettatori amanti del giallo classico. A dire la verità le "illuminazioni" del detective (arrivano come fulmini a ciel sereno) sono a dir poco sorprendenti: lo spettatore, di solito, è colto da greve frustrazione! Ma, dato il carattere di Poole, sono tuttavia credibili. Un po' noiosa, alla lunga (le puntate sono tante e l'isola è piccola) l'ambientazione, credo che non mi abbiano fatto venire nessuna voglia di una vacanza da quelle parti!
La morte di Richard Poole (geniale uscita di scena dell'attore) fa arrivare sull'isola il secondo detective (dalla terza alla sesta stagione: uno che sa resistere!)… credo che mi dedicherò ad altro!
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